MARTIN IL PESCATORE

MARTIN IL PESCATORE

martin il pescatore

Se vi dovesse capitare di trovarvi in qualche area lagunare, tra valli da pesca o cave d’argilla, provate a guardarvi intorno perché potreste vedere una delle specie più affascinanti e colorate presenti nel nostro Paese: il martin pescatore, un piccolo uccello solitario dell’ordine dei coraciformi (ordine di uccelli dalla testa e dal becco grandi e dal corpo compatto).

L’alcedo attis presenta un piumaggio brillante: azzurro sgargiante con riflessi metallici sul dorso; il ventre, come l’addome e le guance, è arancione; invece gola e collo sono bianchi.

Maschio e femmina si differenziano solo per la colorazione della parte inferiore del becco, poiché nella femmina è arancione.

Nonostante questo piumaggio sgargiante non lo si individua facilmente quando se ne sta appollaiato su qualche posatoi aspettando la sua preda (anche se una volta scoperto il posatoio è possibile ritrovarlo, visto che utilizza sempre gli stessi posti), ma è piuttosto facile avvistarlo mentre vola in modo rettilineo e teso, rasente l’acqua.

Questo suo tipico modo di volare viene chiamato “spirito santo”.

La sua dieta è composta da pesciolini e dalle loro uova, da piccoli molluschi, crostacei e piccoli insetti acquatici che cattura tuffandosi in acqua dal posatoio o mentre vola.

Durante il periodo riproduttivo abbandona temporaneamente il suo territorio ed inizia a vivere in coppia: le coppie si formano in autunno, ma i due partner rimangono separati fino alla primavera.

Nella prima fase del corteggiamento il maschio insegue la femmina emettendo continuamente dei brevi trilli; la fase poi prosegue con offerte di cibo e picchiettii leggeri sul becco per poi culminare con la copula.

Nidifica lungo i corsi d’acqua in piccoli cunicoli terminanti in una camera ovale creati dalla coppia. Il nido è costituito da residui di pasto, tra cui lische e squame di pesce.

La femmina depone in media 5-7 uova che vengono covate da entrambi i genitori durante il giorno e dalla femmina di notte.

La schiusa avviene dopo circa tre settimane ed i piccoli vengono nutriti da entrambi i genitori.

Dopo 24-25 giorni i piccoli sono in grado di spiccare il volo e procurarsi il cibo da soli.

Generalmente portano a termine due covate l’anno, una in aprile ed una in luglio; se il clima è particolarmente mite non è raro osservare una terza covata ai primi di ottobre.

E’ un uccello longevo, può vivere fino a 21 anni ma la sua vita media si aggira intorno ai 7 anni.

La causa delle morte solitamente avviene per freddo o mancanza di cibo, oppure a causa di alluvioni.

Questa specie, infatti, ha sofferto per la progressiva cementificazione di fiumi e torrenti, che comporta il venir meno di idonei posatoi ma anche di sponde sabbiose e terrose adatte alla creazione del nido, oltre che per l’inquinamento, che ha impoverito ed alterato chimicamente la sua dieta.

Negli inverni rigidi, in cui si dimostra anche particolarmente vulnerabile, è solito spostarsi e ri-colonizzare aree precedentemente abbandonate.

Ammirare queste specie è sempre interessante ed affascinante e spesso si pensa di essere invisibili, di non disturbare mentre si sta ad osservare, ma anche gli animali vogliono i loro spazi e la loro intimità e noi dobbiamo ricordarci di rispettarli.