La salamandra pezzata

La salamandra pezzata

salamandra pezzata

Nelle giornate umide addentrandosi nel bosco, nelle vicinanze di un corso d’acqua, è possibile individuare tra le foglie cadute a terra una salamandra pezzata.

Riconoscerla è facile, il suo corpo nero macchiato di giallo non passa di certo inosservato!

E’ un anfibio dell’ordine dei Caudati, conosciuto come Salamandra salamandra appartenente alla famiglia dei Salamandridi, con un corpo dalla pelle liscia e lucente, leggermente schiacciato e tondeggiante, di colore grigio scuro inferiormente, che può raggiungere i 20 cm di lunghezza.

Presenta delle ghiandole che possono secernere sostanze alcaloidi irritanti, con azione neurotossica quando si sente minacciato, disidratato o per proteggersi dalle infezioni batteriche.

Ha un muso arrotondato ed appuntito da cui sporgono due grandi occhi rotondi dotati di pupille con iride circolare molto scura, zampe brevi non palmate ed una coda lunga al massimo quanto il corpo.

Questa specie presenta numerose sottospecie riconosciute, di cui 14 presenti in Europa.

In Italia è rappresentata dalla Salamandra salamandra salamandra, delle regioni alpine, e dalla Salamandra salamandra gigliolii, distribuita nelle Alpi Marittime e in tutto l’Appennino, sino alla Calabria.

Queste due sottospecie si differenziano per il fatto di avere il corpo prevalentemente nero macchiato di giallo (S.S. salamandra) o prevalentemente giallo macchiato di nero (S.S. gigliolii).

Vive nelle aree boscose, ombrose e fresche, di latifoglie o miste dotate di lettiera e corsi d’acqua, fino ad oltre 2000 m s.l.m.

Si nutre di insetti e delle loro larve, di piccole lumache, chiocciole e lombrichi.

E’ una specie notturna (ma la si può incontrare anche di giorno) attiva da inizio febbraio a fine novembre. Si allontana dal rifugio diurno di pochi metri, muovendosi lentamente ed in modo goffo.

Il periodo di riproduzione va da marzo a settembre ed i maschi, in questo periodo, effettuano riti di combattimento per ottenere l’attenzione delle femmine.

Una volta conquistata, il maschio rilascia il seme per la femmina sul terreno: verrà raccolto, anche parecchi mesi dopo, e conservato.

Le femmine sono ovovivipare ed hanno una gestazione molto lunga, che si protrae per un anno; nella primavera successiva depongono, in acque basse e ben ossigenate, dalle 10 alle 70 larve lunghe 25-35 mm, che metamorfosano in circa un mese.

Delle volte possono partorire individui già completamente sviluppati!

In natura l’aspettativa di vita si aggira intorno ai 20 anni, mentre in cattività può raggiungere i 50 anni.

Non è una specie in via d’estinzione, non è minacciata dai predatori (grazie ai suoi colori sgargianti e alle secrezioni tossiche che produce), può comunque essere attaccata da serpenti, ratti, cani e gatti, ma l’uomo rappresenta il pericolo maggiore. Come molti altri animali selvatici, risulta tra le specie protette riportate dalla Convezione di Berna, allegato III.